Psoriasi

La psoriasi è una malattia cutanea abbastanza diffusa, che può avere gradi di severità diversi e creare disagio e imbarazzo in chi ne soffre, è una condizione cronica di infiammazione cutanea, che però non è non contagiosa.

Psoriasi

Pelle secca con formazione di aree arrossate e/o di placche squamose bianco-argenteo, pruriginose che possono presentarsi un po’ dovunque sul corpo e viso, cuoio capelluto incluso. Sono i sintomi della psoriasi, una malattia cutanea abbastanza diffusa, che può avere gradi di severità diversi e creare disagio e imbarazzo in chi ne soffre. Eh sì, perché l’epidermide, oltre ad essere il nostro “manto” di protezione, è anche il biglietto da visita con cui ci presentiamo al mondo. 

La pelle, quando si arrossa, si desquama, si irrita, si ispessisce e prude, e ci fa sentire e apparire “diversi”. La psoriasi è questo: una condizione cronica di infiammazione cutanea, ma non contagiosa.

In breve, ecco cosa sappiamo di questa patologia:

In Italia ne soffrono circa due milioni e mezzo di persone, senza differenze tra uomini e donne, ovvero poco meno del 3% della popolazione totale.

Dal 70 all’80% di chi la sviluppa, lo fa in forma lieve o moderata.

La malattia può insorgere in qualunque momento della vita, dall’infanzia all’età adulta, ma una volta che si presenta, si cronicizza.

La psoriasi è una malattia autoimmune, significa che è provocata da un “attacco” immotivato dei linfociti T del sistema immunitario contro cellule sane dell’epidermide, che in tal modo vengono spinte ad accelerare il loro processo di morte e di rinnovamento tanto da accumularsi senza riuscire ad essere prima sostituite. La conseguenza è la tipica formazione di zone ispessite, arrossate e squamose, le cosiddette, placche.

Non si guarisce dalla psoriasi, ma si possono alleviare i sintomi con rimedi naturali (tra cui l’esposizione sorvegliata ai raggi UV), farmacologici topici (es. le pomate al cortisone), o farmaci immunomodulanti per i casi più severi.

A volte, raramente, può anticipare di anni l’insorgenza di altre patologie autoimmuni, come l’artrite, che in questo caso viene definita psoriasica.

I sintomi da riconoscere (e che distinguono la psoriasi da altre malattie infiammatorie della pelle) sono: zone di cute arrossata coperte di “squamette” argentate e spesse, oppure pelle molto secca che se grattata tende a sanguinare, il tutto accompagnato a una sensazione di dolore e/o prurito intensi. Se la psoriasi colpisce le unghie, esse appaiono ispessite, macchiate o lesionate, come se si stessero sgretolando, mentre sul cuoio capelluto si manifesta con chiazze arrossate e formazione di croste e di forfora

Esistono diverse tipologie di psoriasi: la più comune è quella detta “a placche”, caratterizzata dalla formazione di chiazze arrossate e desquamanti, che spuntano un po’ dovunque, ma ci sono anche la “guttata”, in cui le chiazze sono di piccole dimensioni e  assumono forma a goccia; la psoriasi del cuoio capelluto; quella palmo-plantare e quella ungueale, che interessano rispettivamente solo i palmi e le piante delle mani e dei piedi, o le unghie; quella inversa che colpisce le pieghe e quella eritrodermica.

Sebbene di origine autoimmune, la psoriasi ha dei fattori scatenanti, i cosiddetti triggers (grilletto), che ne “innescano” l’insorgenza o che provocano una riattivazione dei sintomi dopo fasi di quiescenza. I trigger principali sono: infezioni (della pelle stessa, o della gola), traumi o lesioni cutanee, abuso di sostanze o di alcol, tabagismo, assunzione di farmaci, obesità e, naturalmente, l’immancabile fattore “stress”.

Da questa manciata di informazioni, emergono soprattutto due concetti chiave: che la psoriasi è una malattia cronica, e che non ci sono cure specifiche. Ovvero, che se ne possono gestire i sintomi, ma non può guarire una volta per tutte. Insomma, con la psoriasi, si deve imparare a convivere. La pelle psoriasica è quindi una pelle problematica, che infiammandosi “tira”, prude, si ispessisce e diventa secca e dura. Un tormento. Impossibile trovare sollievo? Per fortuna la risposta è no, non è impossibile.

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